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Storia della Chiesa Anglicana

La Chiesa Anglicana

 

 

La Chiesa di Inghilterra era unita alla Chiesa di Roma fino al regno di Enrico VIII. La divisione avvenne quando il Papa Clemente VII si rifiutò, per molti anni, di annullare il matrimonio di Enrico con Caterina di Aragona, non per principio ma perchè sotto pressione di Carlo V nipote di Caterina e Imperatore del Sacro Romano Impero.

Enrico chiese l'annullamento nel 1527. Dopo vari tentativi falliti il re cominciò a fare pressione su Roma nel 1529, compilando un manoscritto da antiche documentazioni che comprovavano la supremazia spirituale del monarca e che l'autorità papale era illegale. Nel 1531 Enrico sfidò il Papa quando domandò 100,000 sterline dal clero inglese in cambio del perdono reale per la loro giurisdizione illegale, e che solo lui era da considerare il loro protettore.

Enrico fu riconosciuto dal clero inglese come Capo della chiesa locale l'11 Febbraio 1531, tuttavia nel 1532 stava ancora tentando un compromesso con il Papa.

 Nel Maggio del 1532 la Chiesa Inglese accetto di arrendere la sua indipendenza legislativa e la legge canonica all'autorità del monarca. Nel 1533 lo Statuto degli Appelli rimosse il diritto della Chiesa Inglese di appellarsi a Roma su controversie quali matrimoni, titoli, eredità e, dette l'autorità per questioni del genere agli Arcivescovi di Canterbury e York. Questo fatto autorizzò infine Thomas Cranme  Arcivescovo di Canterbury ad annullare il  matrimonio di Enrico che subito dopo si sposo in nuove nozze con Anna Bolena.  Per questo motivo Enrico fu scomunicato dal Papa Clemente VII nel 1533.

Nel 1534 l'Atto di Sottomissione del clero  inglese rimosse il diritto di appellarsi alla Chiesa di Roma, terminando da quel momento l'influenza cattolica. Enrico fu confermato Capo supremo della Chiesa Inglese con il primo Atto di Supremazia del 1536.

Diventando il capo dello della Chiesa Inglese Enrico non solo potè divorziare, ma mise le mani anche sulla ricchezza ingente che  Chiesa aveva ammassato del corso dei secoli nei vari monasteri e proprietà sparse nel territorio. Tutto questo portò alla dissoluzione dei monasteri inglesi.

Il Protestantesimo della Chiesa Anglicana

Al tempo dello scisma originale con Roma la Chiesa Inglese non era protestante in natura. Certamente Enrico stesso venne nominato fidei defensor (difensore della fede) dal Papa Leone X parzialmente per attaccare questi orientamenti. Conseguentemente solo pochi cambiamenti vennero fatti alla liturgia.

Questo era tuttavia un periodo di profondi cambiamenti religiosi in Europa che furono chiamati Riforma Protestante. Quindi una volta che lo scisma si verificò alcuni cambiamenti in senso protestante erano forse del tutto inevitabili. Sotto il regno del figlio di Enrico, Eduardo VI, furono apportati  primi maggiori cambiamenti, che includevano una profonda revisione della liturgia seguendo linee protestanti.  Il risultato fu il Libro delle Preghiere Comuni pubblicato nel 1549 e rivisto nel 1552 per autorità del Parlamento. Alla morte di Eduardo, quando la  Maria la Cattolica (anche conosciuta come Maria la Sanguinaria) salì al trono, si ritornò per breve tempo al culto cattolico.

Il secondo Scisma

Alla morte di Maria nel 1558, sua sorella Elisabetta I andò al potere. Elisabetta divenne una fervida protestante, ma nonostante la reintroduzione di idee protestanti, Elisabetta non fu scomunicata dalla Chiesa Cattolica fino al 25 Febbraio del 1570, quando il Papa Pio V intervenne. La Chiesa di Inghilterra ufficialmente ruppe con quella di Roma nel 1559, quando il parlamento riconobbe Elisabetta come suprema detentrice del potere, con un nuovo Atto di Supremazia che si sbarazzò anche della legislazione anti-protestante voluta d Maria.  Nello stesso anno un nuovo Libro di Preghiere Comuni fu pubblicato. Elisabetta annunciava la pacificazione e il tentativo di armonia tra le forze cattoliche e quelle protestanti in Inghilterra.

Nel 1562 si giunse all'approvazione dei "trentanove articoli per fede", he sembrarono apparentemente il risultato di un compromesso tra cattolicesimo, luteranesimo, calvinismo, ma che in realtà determinarono i caratteri dell'Anglicanesimo. Il tentativo di estendere la nuova dottrina in tutta l'isola susciterà lotte, fino alla Gloriosa Rivoluzione del 1688.

La Gloriosa Rivoluzione e la Chiesa Anglicana

Una forte opposizione fu manifestata dai calvinisti presbiteriani; tra questi John Knox, che in Scozia riuscì a fondare un sistema sul modello di Calvino a  Zurigo. Ciò che si criticava era una Chiesa Anglicana che aveva mantenuto troppi aspetti del Cattolicesimo e la convivenza tra il governo presbiteriano etico e puritano con una nobiltà troppo rilassata e poco nobile. E fu proprio la profonda ostilità nei confronti della gerarchia episcopale che contribuì allo scontro del 1640 tra il Parlamento e la Corona d'Inghilterra. La scomparsa della Regina Elisabetta, nel 1603, segnò la fine della dinastia dei Tudor. La corona venne così assegnata al nipote Giacomo Stuart, Re di Scozia, figlio di Maria Stuart ed educato alla religione protestante. Ma era soprattutto il figlio della donna che venne tenuta prigioniera per diciannove anni e fatta condannare da Elisabetta in quanto sospettata di essere la mandante del complotto contro l'Inghilterra organizzato dalla Chiesa Romana.

Il nuovo Re dovette gestire un territorio ed una situazione politica completamente diversa: la Scozia, territorio scarsamente popolato, dedito all'allevamento, guidato da una nobiltà forte, da un Parlamento e da una Chiesa calvinista si contrapponeva all'Inghilterra, un paese in crescita, con un'agricoltura ed un artigianato attivo ed un commercio marittimo in piena espansione. A garantire la sovranità c'era il Parlamento, con la Camera dei Lords, impegnata a difendere gli interessi del clero e dell'alta nobiltà, e la Camera dei Comuni, rappresentante dei diritti del resto della popolazione; mentre la Chiesa Anglicana costituiva l'appoggio più determinante per la Corona.

Ai differenti scenari politico-religiosi e sociali dell'Inghilterra e della Scozia appena citati, si aggiungeva la difficile realtà dell'Irlanda, un'entità non autonoma ma dipendente dall'Inghilterra, governata da un luogotenente del sovrano (Lord Deputato) che dipendeva dal massimo organismo politico inglese, il Privy Council, (il Consiglio Privato). Ad ogni modo l'Irlanda aveva il suo Parlamento e le sue leggi, ma la popolazione, in gran parte cattolica, veniva tenuta in disparte dalla vita politica, che invece vedeva coinvolti quei coloni inglesi che si erano insediati dopo la conquista dell'isola e che inoltre andranno a formare i presupposti della Chiesa nazionale irlandese, che venne modellata su quella anglicana ma con spirito fortemente calvinista.

Altri coloni inglesi (new english), che approdarono in Irlanda dopo la riforma, soprattutto nelle contee settentrionali (Ulster), adottarono il modello di Chiesa Presbiteriana, organizzato per congregazioni e consigli degli anziani. Il compito di Giacomo di uniformare Scozia ed Inghilterra nella confessione religiosa anglicana si apprestava ad essere particolarmente difficile, ma era determinato a farlo, anche per la convinzione che la compresenza di diversi fedi non avrebbe fatto altro che condurre al conflitto ideologico e quindi alla distruzione del Regno.

All'inizio il sovrano si limitò ad introdurre i Vescovi nella Chiesa Scozzese e sostenendo diverse iniziative per controllare meglio la Chiesa anglicana e di Irlanda. Per i cattolici che disertavano la messa anglicana venne istituita la penale di una multa. Ma il progetto primario di Giacomo fu il tentativo di unificare le istituzioni inglesi e scozzesi, in modo da rendere il territorio un Regno Unito: un progetto che però venne respinto dal Parlamento. In quel periodo la situazione politica dell'Europa proponeva una soluzione: la convivenza tra religioni diverse, come avvenne in Francia durante il Regno di Enrico IV° di Borbone; un matrimonio di prestigio, per consolidare l'unione dinastica tra Scozia ed Inghilterra. Un indirizzo politico che non era condiviso dalla gran parte del Parlamento, che invece era propensa ad attuare le riforme in direzione decisamente protestante e con un impegno anticattolico nella politica estera, ma soprattutto insofferente ad alleanze di comodo. Difatti Giacomo rinunciò al proposito di far sposare il figlio Carlo con la figlia del Re di Spagna in un periodo in cui nel paese riprendeva con vigore la campagna anticattolica, sostenuta da gruppi calvinisti che si definivano "godly" (uomini di Dio), ovvero "puritani"; un aggettivo usato per coloro che volevano purificare la Chiesa Inglese da qualsiasi residuo cattolico. Nello stesso tempo si formarono dei piccoli gruppi radicali che praticheranno forme di associazionismo e di culto non proprio conformi alle prescrizioni anglicane. Tuttavia Giacomo trovò un'altra soluzione e finì per realizzare la nuova alleanza cattolica con la Francia, caratterizzata da una politica estera meno aggressiva rispetto alla Spagna, e più vicino anche dal punto di vista culturale; un matrimonio tra Carlo ed Henrietta Maria, sorella del Re di Francia, che il popolo e il Parlamento Inglese non condivise. La perdita di consensi attorno a Giacomo aumentò per i chiari favoritismi che si celebravano a corte; come nei confronti di George Villiers, un nobile minore che divenne rapidamente Duca di Buckingham ed uno degli uomini più ricchi d'Inghilterra. Tuttavia la possibile affermazione di una fazione dominante all'interno della Corte, come avveniva nel resto dell'Europa, in Inghilterra trovava la sua opposizione grazie ad un sistema politico diverso, controllato dal Parlamento, che svolgeva un ruolo di garante. Ma la situazione divenne delicata alla morte di Giacomo: al trono succedette Carlo, ma nel frattempo in Europa la Francia firmava il suo trattato di resa con gli Spagnoli, che sembravano ormai pronti a cattolicizzare gran parte del Continente.

Ma il dibattito interno era focalizzato sulla gestione politica di Buckingham, ormai primo ministro, che oscillava con aiuti militari alla Chiesa Romana o in soccorso agli Ugonotti perseguiti dai cattolici; così nel 1626, quando Sir John Eliot chiese il suo impeachment, Buckingham sciolse dispoticamente il Parlamento e per indebolire l'opposizione isolò dalla vita politica gran parte della nobiltà puritana con tutti i mezzi a disposizione; e allo stesso tempo alternava delle concessioni, ma che di certo non calmarono la Camera dei Comuni, che riconvocata nel 1628, in cambio dei richiesti sussidi per le finanze regie, chiedeva di firmare una Petizione dei Diritti (Petition of rights), che prevedeva per il futuro il divieto di richiesta di prestiti forzosi o altre forme di tassazione non votate dal Parlamento.

Furono gli ultimi giorni di Buckingham, che venne assassinato dopo la chiusura del Parlamento, con grande gioia per tutto il paese, e finalmente con la sua morte sembrò dissolversi quel modello assolutistico estraneo alla tradizione della libertà inglese. Carlo I° decise di assumere la guida del governo ma nel 1629, dopo i primi contrasti con il Parlamento, lo sciolse, promettendo di non riconvocarlo. Furono undici anni (1629-1640) che determinarono la rottura tra la corte (the Court) ed il paese (the Country), grazie ad una politica dispotica che all'esigenza pretendeva dalla cittadinanza il pagamento d'imposte, reprimendo con la morte qualsiasi tentativo di reazione.

Anche dal punto di vista religioso venne condotta la stessa linea: venne introdotto l'arminianesimo, una versione più moderata del protestantesimo, utile per rafforzare il potere episcopale e del sovrano; mentre tutti i gruppi eterodossi e radicali vennero repressi con la violenza per ordine di William Laud, prelato arminiano nominato arcivescovo di Canterbury. Un anglicanesimo che assunse dei caratteri tipicamente cattolici (le feste dei santi, l'inginocchiamento durante la messa, segno della croce, anello nuziale), con la conseguente fuoriuscita di gruppi dissidenti, con la nascita di nuovi movimenti o con l'esilio in America del Nord, considerata oramai una nuova terra promessa.

Carlo I tentò anche di intervenire sulla Chiesa Irlandese e Scozzese: in Irlanda il Lord deputato Thomas Wentworth, conte di Strafford aveva represso i movimenti presbiteriani e costretto la Chiesa Irlandese ad avvicinarsi al modello anglicano arminiano. Mentre in Scozia venne imposto un nuovo libro delle preghiere. Per tutta risposta gli Scozzesi organizzarono una rivolta.

 Tra il 1638 e il 1639 l'assemblea della Chiesa scozzese decise di respingere il libro e di abolire i vescovi, e di istituire il National Covenant, una lega armata per la difesa della Chiesa di Scozia. Carlo I reagì inviando una spedizione militare finanziata dai suoi sostenitori e da sovrani cattolici, ma probabilmente sottovalutò l'avversario: gli scozzesi trionfarono a Newburn e il Re fu costretto, nella primavera del 1640, a riconvocare il Parlamento, con il proposito di trovare altri finanziatori per la guerra.

Ma Carlo I non riuscì neanche a trovare una soluzione diplomatica con gli scozzesi, che tra l'altro prima di firmare il trattato di pace avrebbero voluto, giustamente, il risarcimento dei danni di guerra; un Re che probabilmente comprese che non poteva dichiarare guerra in continuazione a tutte le forme di opposizione interna: così nel novembre del 1640 convocò quel Parlamento (Long Parliament: non si sarebbe fatto più sciogliere) che impose al sovrano la sua convocazione regolare, che divenne forma scritta nel febbraio 1641 con l'"Atto triennale", che stabiliva una convocazione entro tre anni. Contemporaneamente venivano avviati due procedimenti di impeachment (alto tradimento alle istituzioni) nei confronti del Conte di Strafford e dell'Arcivescovo Laud. Un'azione parlamentare sostenuta con entusiasmo dalla popolazione e che prevedeva la purificazione della Chiesa Inglese dagli elementi cattolici ed arminiani in tempi brevi. Il processo contro Strafford rischiò di arrestarsi per mancanza di prove: su proposta di John Pym la maggioranza del Parlamento emise un decreto di "colpevolezza per tradimento", e che avrebbe permesso la condanna anche senza processo, ma in questo caso sarebbe servito l'assenso del sovrano, che alla fine dovette cedere di fronte alla pressione dell'opinione pubblica e della minaccia di una vera e propria insurrezione popolare a favore del Parlamento. Così nel maggio del 1641 il Conte Strafford venne giustiziato. Ma i provvedimenti più importanti decretarono lo scioglimento della struttura dispotica del precedente regime: l'abolizione di imposte illegali come la Ship Money, lo smantellamento della Camera Stellata, delle Alte Commissioni di Giustizia, dei Consigli delle varie province, tutti organi di repressione e coercizione.

Ma all'interno del Parlamento incominciarono a manifestarsi posizioni divergenti sull'esclusione dei Vescovi dalla Camera dei Lord e sull'abolizione del sistema episcopale; ad indebolire l'opposizione parlamentare contribuì inoltre il sovrano, respingendo una petizione (Ten proposition) con la quale una parte del Parlamento proponeva il proprio diritto di approvare la scelta dei ministri. Progressivamente con il ritorno alla normalità si delinearono due schieramenti ideologici: il primo si auspicava che il Parlamento avrebbe lasciato il Governo nelle mani del Re e dei suoi Consiglieri (e ciò avrebbe ripristinato i privilegi di alcuni), il secondo movimento invece riteneva fondamentale tenere sotto osservazione un Re che in passato aveva dimostrato un'evidente predisposizione autoritaria e filocattolica.

 Nell'autunno del 1641 scoppiò la rivolta cattolica in Irlanda ed il Parlamento si trovava obbligato a votare per un'eventuale finanziamento e spedizione dell'esercito, ma che in realtà si sarebbe potuto usare contro quella parte del Parlamento ostile al sovrano, che guidata da John Pym votava una proposta di sussidio alla guerra alla condizione di poter scegliere il comando militare che avrebbe condotto la spedizione in Irlanda; dei comandanti meno repressivi che avrebbero evitato stermini arbitrari di cattolici; e allo stesso tempo John Pym e gli altri approvavano il testo della "Grande Rimostranza" che riassumeva e spiegava le posizioni di dissenso. Un testo che fu stampato e distribuito nelle città per far comprendere alla popolazione cosa stava realmente accadendo nel Parlamento di Londra. Il sovrano reagì con un mandato di arresto, ma quando nel gennaio del 1642 i 400 soldati entrarono nel Parlamento, John Pym e gli altri quattro leaders dell'opposizione erano stati avvertiti e fuggiti.

A Londra le manifestazioni popolari incominciavano ad essere sempre più minacciose, così Carlo decise di trasferirsi a York, seguito dai suoi fedeli, ingaggiando un esercito di volontari che avrebbe dovuto sciogliere il Parlamento. Una presa d posizione che investì tutto il paese: o con il sovrano o contro il sovrano, e che determinò in ogni regione le iniziative militari e propagandistiche di entrambe le fazioni. La gran parte delle regioni del nord e del sud-ovest si schierarono con il Re, mentre l'area di Londra, l'est, il sud-est si allinearono con il Parlamento. La maggioranza dei Lord e della nobiltà rurale (gentry) rimase fedele al Re mentre le corporazioni artigiane e i ceti professionali alimentavano il consenso Parlamentare.

Nell'autunno del 1642 il Parlamento siglò l'alleanza con la Scozia, la Solemn League and Covenant, che prevedeva in cambio di un aiuto militare scozzese l'impegno a riformare la Chiesa Inglese in direzione presbiteriana. La battaglia militare intanto permise all'esercito Parlamentare e Scozzese di riprendere la gestione di alcune province del Nord, mentre le truppe regie guadagnavano posizioni nel sud-ovest. Nell'aprile del 1645 un'ordinanza parlamentare determinò l'incompatibilità tra cariche politiche e militari: in tal modo si risolveva il conflitto tra alcuni Lord puritani, che per avere la gloria del comando delle operazioni militari stavano contribuendo alla sconfitta. In tal modo si escluse dall'esercito la tradizionale leadership aristocratica per lasciare il comando a uomini tecnici, militarmente preparati. Thomas Fairfax venne nominato comandante in capo, affiancato da Oliver Cromwell.

 Il nuovo esercito, la New Model Army , era formato da volontari, retribuiti, che appartenevano a tutti i ranghi sociali e lavorativi. Ma a sostenere la loro missione era una nuova consapevolezza: che stavano per restaurare la giustizia e quindi implicitamente non erano che messaggeri di Dio, erano spinti cioè da un profondo ideale religioso.

 L'organizzazione e la divisione dei ruoli permise di condurre le campagne militari con successo, fino alla fatidica vittoria di Naseby nel giugno del 1645, quando il Re si consegnò alle truppe scozzesi. Tuttavia nel Parlamento vi era ancora una maggioranza che cercava la via conciliatrice e di compromesso con il Re; mentre nella New Model Army molti avrebbero voluto sciogliere il Parlamento per ricostituirlo nella forma più rappresentativa a favore del popolo. Il nuovo scontro si concluse nel giugno 1647 con il Parlamento che decise lo smantellamento dalla New Model delle truppe e dei comandanti giudicati "pericolosi" per le loro idee radicali.

Nella primavera del 1648 mentre un'insurrezione a favore del Re agitava il Galles e le contee del Sud-est, un esercito scozzese entrava sul territorio inglese, obbligando il Parlamento e l'esercito di Cromwell ad un nuovo accordo. Concluso vittoriosamente il conflitto riprese la controversia tra esercito e Parlamento sul destino del Re: il tentativo di Ireton e di altri parlamentari di salvare il sovrano da un processo di impeachment terminò nel momento che un reggimento dell'esercito agì di forza, allontanando i parlamentari più conservatori. Così il troncone (Rump Parlament) rimasto incominciò ad avviare il processo a Carlo I, che verrà condannato e decapitato il 30 gennaio 1649.

Tre mesi più tardi si decretò l'abolizione della Camera dei Lord e il 13 maggio 1649 si proclamava la Repubblica (Commonwealth). Ma in questi anni di conflitto maturò nel popolo una nuova coscienza, la riscoperta dei propri diritti, la nascita di forme di vita più democratiche e più tolleranti, anche dal punto di vista religioso. Il gruppo più importante fu guidato da Richard Overton, John Lilburne e William Walwyn (The Levellers) che portò avanti un programma di riforme, economico-sociali e politiche, contrapponendo la gente (the people) all'autorità anti-democratica del Parlamento. Uomini che vennero perseguitati e uccisi mentre altri riuscirono a fuggire e a nascondersi, sostenendo con il loro entusiasmo la nascita di nuovi gruppi, come i Diggers ed altri movimenti, che per nascondere la loro vocazione anti-parlamentare si proponevano e diffondevano le loro idee come movimenti religiosi.


 

 

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